domenica 29 agosto 2021

Juventus - Empoli 0:1, un disastro. Perchè? Abbiamo trovato la causa.

Da molti mesi non commento sul blog la Juventus, il calcio e tutto il mondo che ci gira intorno.
Sono onesto, ho avuto un momento di rifiuto di questo "sport" che mi ha portato a essere meno appassionato.
Seguo il calcio da molti anni.
E la mia passione juventina è da sempre.
Ho anche giocato a calcio e ritengo questo sport bellissimo.
E non scrivo dei motivi per i quali sono convinto di ciò.

Però vedere giocare le squadre in degli stadi vuoti, vedere cosa pian piano questo sport popolare è diventato in termini di società per azioni, business e giro di soldi (ingaggi, commissioni agli agenti, superlega, diritti tv, etc...) e infine vedere una squadra passare dalle stelle alle stalle da un punto di vista di strategie e operatività mi ha smorzato molte fantasie.
Poi io non vivo di calcio.
E ho molti altri interessi e passioni. Et voilà, sono passati mesi.

Ma veniamo all'oggi. Veniamo a esaminare questa fotografia del presente. Che va oltre un 0:1 in casa con una neopromossa dalla serie B. Che, in altri tempi, sarebbe bastato per far rumore.

No. Qui il nocciolo della questione non è la sconfitta in se ma ciò che questa sconfitta va a certificare.
OVVERO il fatto che la società Juventus è allo sbando e in uno stato confusionale a livello direttivo e manageriale.

Questo viene prima di tutto. E il punto di partenza è, secondo me, il giorno 11 aprile 2018. Giorno dei quarti di finali di Champions, partita di ritorno a Madrid.
Si veniva da un 3:0 in casa, con rete spettacolare di CR7 in rovesciata.
La Juventus tenta l'impresa di recuperare un risultato pesantissimo. E incredibilmente segna 3 goal al Bernabeu. E' la premessa per una partita da cardiopalma. Forse si può fare. E se si passa, la finale e la coppa Champions potrebbe essere una prospettiva molto concreta.
La Juventus domina in Italia, senza rivali. C'è sempre qualche critica al gioco ma sono i pidocchi dell'eroe. Accade perchè qualcuno che mugugna c'è sempre e i giornalisti devono sempre alzare un polverone sulle cose per vendere le loro copie.

In quella partita, ad un passo dall'impresa, Cristiano Ronaldo segna un rigore al 97° e condanna la Juventus ad una eliminazione che dire bruciante è poco. Il rigore ci poteva stare così come non ci poteva stare. Ne hanno dati di più scandalosi e non ne hanno fischiati di decisamente più netti in Champions.

Perchè è il punto di svolta? Perchè quella partita persa rompe degli equilibri interni. Crea discordie. Più fra il management bianconero che nello spogliatoio. La champions è una ossessione. Esservi arrivata 2 volte vicino ed essere stati buttati fuori nuovamente dal Real Madrid è una ferita aperta e sanguinante.

Agnelli, Paratici, Nedved e Marotta. Questi i 4 personaggi della storia. Almeno quelli principali. E Allegri sullo sfondo.
Fino a quel momento la Juventus è cresciuta (dalla serie B alle finali di Champions passando per il dominio in Italia) attraverso un percorso di crescita lineare. Fatto di passi calcolati e di operazioni di mercato coerenti. Si comprano i giocatori funzionali ad un equilibrio di squadra, li si compra anche in base agli atteggiamenti umani. Chi fa casino viene mandato via.
L'estate del 2018 invece porta una inversione di rotta.

Complice una situazione di mercato particolare, alla Juventus arriva la possibilità di poter ingaggiare uno dei 2 giocatori più forti del mondo (così non discutiamo sulla cosa). Se, e diciamo se, in quell'11 aprile C7 avesse fallito il rigore e la Juve magari avesse passato il turno, probabilmente tutto questo non sarebbe successo. Ma....

La Juve ambisce a entrare fra le prime 5/6 squadre d''Europa e ambisce a essere un Top Team. Occorre fare un salto di qualità e ingaggiare anche i migliori del mondo.
Paratici, che è l'artefice del contatto con l'agente di CR7 Mendes, è d'accordo. Probabilmente ha l'accordo di Nedved. Marotta contrario e Agnelli indeciso.

Acquistare o non acquistare Cristiano Ronaldo, uno dei più grandi giocatori di tutti i tempi, quello che solo pochi mesi fa a Torino ha siglato uno dei goal più spettacolari di sempre in Champions (rovesciata da favola) e che solo due settimane dopo ha segnato il rigore che ha condannato la Juve all'ennesima annata amara?

In quel dubbio, poi risolto a favore dell'acquisto del portoghese e del litigio/separazione delle strade fra Marotta e Agnelli, sta la radice di ciò che abbiamo visto ieri sera con l'Empoli.
UNA SQUADRA CHE HA PERSO LA SUA IDENTITA'.

Antonio Conte, aveva forgiato una identità. Con giocatori da 10 euro in un ristorante da 100. Diamogliene atto. La Juventus vincente dal 2011 aveva grinta, fame, intensità, concentrazione. Era unita nei reparti e sapeva cosa fare. Ma soprattutto era coesa. Sembrava una corazzata.
La Juventus è migliorata anno dopo anno anche con Allegri. Si forse il gioco non sempre era all'altezza delle aspettative. Ma, che piaccia o no, la squadra aveva una identità.

L'arrivo di CR7 non è stato un danno in se. Cristiano Ronaldo ha segnato 101 reti in 3 campionati. Ha vinto un titolo capocannonieri ed è stato prolifico. Ha risolto partite. Ha elevato gli standard della squadra. Certo, non è esente anche lui da atteggiamenti a volte sopra le righe e neanche lui è perfetto. Ma chi lo è? Quale è il giocatore che non ha momenti in cui fa un errore? Tra l'altro dai 33 ai 36 anni, Ronaldo ha saltato una sola partita per problemi fisici.
Mi sembra strano che nessuno lo abbia messo in rilievo perchè invece è qualcosa di fenomenale. O vogliamo parlare di Arthur o di Ramsey giusto per fare 2 nomi? Due persone che guadagnano cifre astronomiche se parametrate ai minuti giocati effettivi.

L'arrivo di CR7 è stato un disastro solo perchè ha causato la partenza di Marotta. Che non sposava il progetto. Marotta non aveva riserve su Ronaldo il giocatore. Aveva riserve sulla sostenibilità economica di un acquisto da più di 100 milioni di euro e un ingaggio annuale di 31 milioni netti a stagione.
Aveva riserve su che impatto la presenza di una stella superpagata (magari anche con merito) avrebbe avuto sul resto dello spogliatoio. Qualcuno avrebbe cominciato a pretendere degli aumenti salariali? La storia ci dice cosa è successo, in effetti.....
L'arrivo di CR7 ha accecato il management juventino. Agnelli ha perso il controllo della situazione affidando tutto a Paratici. Nedved non si capisce che funzione avesse e quale sia stato il suo apporto in un senso o nell'altro.
E Paratici..... Paratici.... Paratici, se mi permetto di fare un nome, è il responsabile della sconfitta di ieri a Empoli. E dello scudetto perso l'anno scorso. E dell'involuzione di questa (ex) magnifica squadra.
Paratici.
Lui è assurto a direttore generale e responsabile unico delle operazioni di mercato.
Paratici ha cacciato Allegri e creato una discontinuità di identità portando a Torino la persona più sbagliata. Ovvero Maurizio Sarri. Non perchè non sia un bravo allenatore. Lo è. Ma non era la persona adatta a guidare la Juventus in un momento così delicato.

Era fresco vincitore dell'Europa League, è vero. Ma ha allenato per anni i più fieri rivali della Juventus e per anni ha avuto sempre una pessima parola per i bianconeri. Mai ammettendo la bravura della Vecchia Signora e sempre paventando ombre e sospetti. Sarri... un carattere diretto e anche ruvido. Inadatto allo stile Juventus. Inadatto da un punto di vista comunicativo. Inadatto a sostenere la pressione mediatica che ad un allenatore della Juve viene esercitata.

Sarri deve creare una nuova identità. E alla Juve non hai molto tempo. Fallisce. I giocatori non lo seguono. Non sarà stata tutta colpa sua ma di sicuro qualcosa la avrà sbagliata.

La Juve comincia a non capire più se è carne o pesce. Paratici va in affanno. Comincia a comprare giocatori funzionali agli equilibri di cassa e non al gioco o alle esigenze dell'allenatore. Sarri allena chi gli viene dato. Sono campioni, prime-donne, giocatori affermati o comunque di lungo corso.
Non era facile neanche per l'allenatore toscano.
E qui le colpe non sono sue ma di Paratici/Nedved. Con Agnelli colpevole di aver avallato tutto.

Inutile stare a vedere le operazioni a parametro zero di giocatori ai margini di altre squadre. Forse campioni ma se vanno via a zero qualche domanda bisogna anche farsela talvolta. Inoltre la squadra invecchia. Gli anni passano per tutti. E poi il Covid.
Incredibilmente arriva anche la chiusura degli stadi prima e il giocare senza spettatori poi. 

I bilanci della Juventus, già instabili su un filo sottilissimo di equilibrio precario, esplodono. Agnelli realizza che l'operazione CR7 è stata fatta nel momento peggiore. I risultati (europei) non arrivano. La Juventus fallisce con squadrette di seconda e terza fascia.

Se i risultati non arrivano, i malumori crescono. Ma torniamo li. Perdita di identità.

E poi? E poi la confusione totale. Paratici in difficoltà compra male e vende peggio. Compra caro e svende a zero. Si da l'incarico a Pirlo (che a me non è dispiaciuto) ma era comunque alla prima esperienza. Un salto nel buio anche a livello di immagine.
I giocatori mugugnano. Capiscono che la società è in confusione. Secondo me lo capiscono tutti.
Agnelli nel panico inventa la superlega. Un autogoal clamoroso.

Per di più dall'altra parte, l'Inter in silenzio in un paio d'anni con Conte al timone e lo spettacolare Marotta (tanto di cappello ad un signor manager) creano una ottima e solida squadra. L'Inter acquisisce una identità. Compra Lukaku e compra ottimi giocatori. 
La Juventus, dopo 9 anni di fila, perde il campionato, esce malamente dalla Champions, ha i conti disastratati, litiga con i rinnovi dei suoi giocatori perchè tutti vogliono di più, ottiene una immagine pubblica pessima per via della Superlega.

Non è un caso che, finalmente, Agnelli rinsavisce. Manda via Paratici e richiama Allegri.
Ma recuperare l'identità persa non è questione di un paio di partite.

Ci sono giocatori che vanno mandati via. Non sono all'altezza. CR7 è andato via quasi sicuramente perchè ormai non sopportava l'aria di naufragio che si respirava a Torino. Attorno a lui c'erano solo le rovine di una Juve all'altezza. Con giocatori strapagati senza valere l'ingaggio (Bernardeschi, Rabiot, Ramsey, Rugani, Morata, Arthur e mi fermo qui.)

Occorre ripartire. Forse ce la faranno ma la squadra è incompleta. Mancano laterali all'altezza (Alex Sandro in fase totalmente discendente), un play centrale alla Jorginho, un centravanti che sia capace di tenere palla, un portiere che dia più sicurezza, forse anche un centrocampista di fantasia e capace di uno-contro-uno.

Vediamo che succede.
FINO ALLA FINE


lunedì 19 aprile 2021

Juventus: stato attuale.

Si doveva arrivare alla fine, prima o poi. Che tutte le cose inizino e poi finiscano è una legge della natura e ancor di più dello sport.

Non staremo a stracciarci le vesti perchè questo è successo. Dopo 9 anni di scudetti consecutivi, il decimo non arriverà. Se fino ad ieri c'era un flebile, debolissimo lumicino acceso che continuava a bruciare, oggi ci ritroviamo con lo sguardo già proiettato per una nuova ripartenza.

Quello che preoccupa è che l'anno non è andato bene (Champions svanita ancora una volta uscendo con una squadra sulla carta decisamente meno titolata, frutto di un approccio alla doppia sfida un'altra volta non all'altezza e Campionato perso) ma corriamo il rischio che vada peggio. E corriamo il rischio che sia un disastro.

Disastro che si materializzerebbe nel caso in cui la Vecchia Signora non riuscisse a qualificarsi per la prossima Champions League. Evento fino a ieri appena accennato, evento oggi tutt'altro che remoto.

La classifica parla chiaro.
In testa vi è l'Inter, ormai irraggiungibile. Solo un suicidio collettivo onestamente totalmente improbabile dei neroazzurri consentirebbe a chi sta dietro di recuperare. 9 punti sulla seconda sono una enormità a questo punto del campionato, con sole 7 partite da giocare. Con 21 punti in palio significherebbe che l'Inter deve perdere almeno 3 partite e chi sta dietro deve vincerle tutte. Va beh....

La zona calda è tra il 2° e il 4° posto. Abbiamo 5 squadre per 3 posti. Racchiuse in 8 punti. La Juventus, dopo la sconfitta a Bergamo di ieri, è scivolata al 4° posto, scavalcata proprio dall'Atalanta. Altro che recuperare lo scudetto. Qui il problema è entrare nelle prime 4.
Perchè?

Perchè ancora una volta la squadra ha mostrato dei limiti spaventosi in fatto di compattezza e di fluidità di gioco. Una partita storta capita e non è da farne un dramma, ma la Juventus quest'anno è assolutamente assodato abbia delle carenze strutturali enormi (responsabilità di chi ha costruito la squadra o meglio de-costruito) unite ad un approccio mentale e agonistico alla partita da squadra di media classifica.

Ed è questo ultimo punto che forse fa più male. Si può perdere, ma dando l'idea di essere una squadra, di metterci cuore, di far vibrare il tifoso di ardore almeno per qualche minuto.

Questo invece non c'è. L'evidenza è che la squadra è al disarmo. Si vede ormai lontano un miglio che non ci sono motivazioni convinte ma solo motivazioni imposte dalla situazione e dai contratti. Si gioca e ci si impegna ma manca quel "plus", quel qualcosa in più che parte da dentro, da delle motivazioni interiori. Sono troppi i giocatori in condizioni psico-fisiche precarie.

Vedere ieri Dybala traccheggiare spaurito per il campo è stato uno strazio. Non che sia un "J'Accuse" al giocatore. La sua forma fisica è precaria, l'ambiente non aiuta, il suo rapporto con la società è ai minimi storici. Di certo i limiti caratteriali dell'uomo sono stati evidenti anche in altri momenti, anche se considero il giocatore uno dei talenti più cristallini giunti a Torino.
Ma se proprio dobbiamo usare un metro di misura, io ricordo ai tifosi il carisma di un Carlitos Tevez per dare un esempio. Un giocatore che non pensavi mai stesse rimuginando sul fatto che la squadra preferisse lui o un altro come stella della squadra.

Pirlo.... Pirlo ha fatto il suo. Io mi aspettavo qualcosa in più, devo essere onesto. Mi aspettavo una squadra più compatta, soprattutto a centrocampo. Mi aspettavo una squadra che avesse più soluzioni di gioco. Non me lo aspettavo a settembre o ottobre ma ad aprile mi aspettavo di vedere qualche trama, qualche processo di gioco assimilato dai giocatori.

E' evidente che la squadra non li ha. I giocatori non giocano quasi mai a 1 tocco. Se non quando c'è lo scolastico scarico per alleggerire il portatore di palla. Porto il pallone, vedo il compagno libero che mi viene incontro, do la palla e il mio compagno, di prima, restituisce la palla addosso. "Scarico". Serve per movimentare il gioco mentre la squadra prepara qualche soluzione improvvisa in cui qualcuno si smarca o si butta nello spazio.

Ed è proprio questo che manca. Non ci sono giocatori che si buttano negli spazi. Non ci sono passaggi rapidi da una zona del campo all'altra. E soprattutto non ci sono aperture. Cosa è una apertura? Una apertura è un improvviso cambio di gioco che porta il pallone con un lancio da una parte del campo ad un'altra decisamente lontana. Si sta palleggiando sul lato destro del campo? Una apertura porta il pallone da li alla parte opposta, dove si troverà l'esterno sinistro completamente libero. Con un solo lancio.

La Juventus non lo fa mai. I suoi centrocampisti hanno dei limiti in questi senso pazzeschi e questo è uno dei grandi problemi della squadra. Non c'è profondità. Ci sono solo due direttrici: una che passa dal dare la palla a destra a Cuadrado che se salta l'uomo (e lo fa) fa un cross in mezzo all'area. E l'latra direttrice passa da Chiesa che prova a buttarsi negli spazi con il suo vigore agonistico.

Però non abbiamo il centroavanti adatto per ricevere i cross alti. E spesso giochiamo senza nessuno che occupi l'area.

Difetti di creazione della squadra. Talmente evidenti che non si capisce come dirigenti di quel livello possano aver fatto degli errori.

La chiudiamo qui. Senza analizzare altro. Questo è più che sufficiente.

Dispiacciono le ultime parole di Pirlo, cosa che mi porterà a non guardare più le prossime partite. Cioè che si è stati sfortunati e si è perso per sfortuna. Ho gioito quando Sarri è stato mandato via per le cazzate che diceva durante le conferenze stampa. Pirlo è stato sempre sobrio e dignitoso nelle sue conferenze. Da qualche settimana sta sbagliando la strategia comunicative e arrivano le prime, deludenti, gaffes. 
Un allenatore come si deve non parla mai di episodi sfortunati. Perchè il calcio E' FATTO DI EPISODI. E quando si sbaglia non è sfortuna. Quando si prende un palo non è sfortuna! Si è calciato male.
Perchè se si calciava bene, il pallone andava dentro.
Quando si prende un goal alla fine della partita, non è sfortuna. C'è stato qualche errore difensivo. O di un giocatore o di tutto un reparto.

Fine.

Chiudiamo l'anno così. Sperando solo che si riesca ad arrivare fra le prima 4. Cosa, visto come giochiamo e visti i malumori e la poca serenità dell'ambiente, tutt'altro che scontata.
La squadra deve smettere di pensare di essere una BIG e giocare con l'atteggiamento da provinciale. Portando a casa i punti. Perchè senza la prossima Champions, sarà un disastro anche per le casse.

Che già sono disastrate da una gestione amministrativa non all'altezza da parte di Paratici. Che va assolutamente epurato perchè la sua gestione è palese faccia acqua da tutte le parti. I trofei e le vittorie sono arrivate per inerzia. Perchè la squadra veniva da un impianto prima mentale e poi agonistico forte. Un patrimonio che è stato sperperato.

Lo scudetto lo si poteva perdere. Ci stava. Ma qui si è persa la leadership di squadra vincente. E questo è ciò che più dispiace.

Fino alla fine, forza Juventus.

lunedì 22 marzo 2021

Doveva arrivare il crollo dell'impero romano: Juventus la fine di un ciclo? Forse è anche peggio

Una immagine che probabilmente segna veramente (forse anche di più dell'amara vittoria in Champions sul Porto che ha comunque sancito la prematura esclusione dei bianconeri dal proseguimento verso la coppa dalle grandi orecchie) la fine di un'era.

L'era del presidente Agnelli e del nuovo corso Marotta-Nedved-Conte iniziato un decennio. L'era dello stadium, dell'orgoglio ritrovato e dei record.

Record di punti in un campionato, record di scudetti consecutivi, record di una stagione intera senza sconfitte.

L'era in cui vincere non era importante, era l'unica cosa che contava.

La Juventus perde in casa con il Benevento. Una neo-promossa. Ma anche questo al momento è relativo.
Quello che conta non è la sconfitta in se, anche se in casa e con una squadra di bassa classifica. In un campionato può capire un calo di tensione, un momento di smarrimento, una partita in cui ti gira tutto male. Può capitare un periodo in cui i bioritmi dei giocatori più importanti siano al minimo o in cui le figure chiave si ritrovano infortunate o assenti tutte insieme.

Appare evidente e in questo momento totalmente sicuro che si è chiuso un ciclo ed è finito un modello. Onestamente pensavo e speravo che ci potesse essere una transizione migliore. Anche perchè il vantaggio accumulato era tanto, il fieno in cascina moltissimo. Proprio nel momento in cui si poteva fare il salto di qualità, portando la Juventus da regina incontrastata in Italia ad essere regina in Europa, proprio nel momento in cui puoi schierare tra le tue fila uno dei 2 campioni assoluti di questo sport e uno degli attaccanti più forti di tutti i tempi, proprio nel momento in cui anche la forza economica poteva permettere di gareggiare con le altre big d'Europa....

Proprio in quel momento la dirigenza più quadrata d'Italia, più feroce nella programmazione e nella lungimiranza commette una serie interminabile di errori che l'hanno di fatto portata a sperperare un patrimonio accumulato faticosamente nel breve volgere di un anno e mezzo o poco più.

Se ci guardiamo indietro le ragioni vengono da lontano. E non sono certo il covid, gli stadi vuoti, gli infortuni, Pirlo troppo inesperto e via dicendo. Questi sono al limite fattori di contorno e talvolta effetti.

Le cause sono umane, troppo umane. L'uscita di scena del signor Marotta solo adesso mostra quanto abbia pesato nell'economia della situazione. Chi lo ha sostituito, Paratici, non ha avuto la stessa capacità manageriale e la stessa prudenza. 

Il buon Paratici ha fatto il suo lavoro in modo egregio quando era il braccio destro di chi lo ha preceduto. Ma da solo ha inanellato errori strategici fondamentali.

Non rimpiango a tutti i costi Allegri, come sbagliando fanno adesso molti tifosi. Non perchè pensi male di Allegri. Ma perchè gli stessi che lo piangono sono forse gli stessi che lo hanno fischiato quando è arrivato.
Allegri era giunto alla fine di un ciclo. Forse il rapporto si era logorato e forse la scintilla si era spenta. Allenare una squadra per 5 anni non è moltissimo ma non è neppure poco. Un cambiamento ci può stare.

Il dubbio è che quando il rapporto con il livornese si è interrotto, ci fossero sul piatto altri scenari. Continuo a pensare che Allegri sia stato mandato via o si sia fatto in modo che andasse via perchè c'era sul tavolo un possibile accordo con Guardiola. O un altro allenatore Big. Era quello il definitivo salto di qualità verso il top dell'Europa, il sigillo definitivo (dopo l'arrivo di CR7) che la Juventus fosse insieme a Bayern, Real e Barcellona, il simbolo del calcio che conta.

Guardiola non è arrivato. E da allora si è cominciato a prendere strade di ripiego. In un crescendo di imbarazzanti errori di prospettiva, in cui l'ultimo sbaglio era la diretta conseguenza di quello precedente.

Sarri è stato l'errore più grande commesso dal duo Paratici-Nedved. Sembrerebbe una scelta non avallata da Agnelli. Non sapremo mai la verità. Ma è sicuro che sia stato un errore. Preso come ripiego di Guardiola, la scelta viene fatta perchè trapela la voglia di cambiare gioco, di riuscire a divertire anzichè solo vincere. E' il rinnegare quello che si era fatto fino a quel momento.

Sarri non ha particolari colpe. Era solo l'uomo sbagliato nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Non ha particolari colpe. Sarri ha fatto il Sarri. Niente più e niente meno. Non aveva il tempo di poter costruire la "sua" squadra (a volte ci vogliono anni) e non aveva i giocatori affini al suo progetto. Ha mandato via giocatori che potevano tornare utili e di certo non è stato quel modello di allenatore che tiene unito lo spogliatoio. Sarri può allenare una grande squadra fatta di campioni? Io penso proprio di no. Non in una piazza come la Juve. Non se sei stato il paladino dei nemici della juventinità, l'esatto esempio del contrario dello stile "Juve".

Già da qualche anno le campagne acquisti si facevano con un occhio sempre più attento ai bilanci e alle plusvalenze piuttosto che alla ricerca di giovani da far crescere e individualità coerenti con il progetto.

E' l'epoca dei parametri zero. Giocatori a fine contratto, con un presente non sempre all'altezza del loro valore presunto. Parametri zero che costano tantissimo come ingaggio ma che non rendono ciò che ci si aspetta.

E' l'epoca del compro carissimo e vendo a poco perchè l'importante è abbassare un monte ingaggi che si innalza pericolosamente senza motivi. Se analizziamo alcuni stipendi rimaniamo inorriditi. Un Rugani di turno o un Bernardeschi di turno prendono 4 milioni netti a stagione. 4 milioni. Di che parliamo. 

E' la fine di un ciclo. Avvenuto veramente nel peggiore dei modi. C'è tempo per risalire la classifica e riuscire a riqualificarsi in Champions ma la paura più grande ora non è neppure di non qualificarsi fra le prime 4. La paura è di perdere tutto. Tutto il lavoro fatto finora. 

A breve Ronaldo andrà via. Io credo già questa estate. Perchè è evidente non voglia più rimanere in una squadra che mostra crepe in ogni dove. Come fame di vittorie, voglia, programmazione. In cui sembra si viva alla giornata.

La Juventus di ora sembra l'impero romano alla fine dei suoi giorni. Fragile, pronto a cadere sotto i colpi delle giovani popolazioni barbare, beandosi dei tempi gloriosi andati che non ci sono più.

CR7 andrà via perchè non lo puoi tenere fino a fine contratto. Costa troppo e se non rinnova, tanto vale venderlo ora per recuperare 30 o 40 milioni di euro. Vari giocatori simbolo di quella Juve che fu andranno via: Chiellini sicuro, forse Buffon, forse Dybala.

Io credo che quello che debba andar via sia Paratici e altri dello staff dirigenziale. Si deve ripartire con una programmazione. Non più vecchi alla fine del proprio percorso ma un mix di gioventù ed esperienza. Con giocatori acquistati per giocare nel loro ruolo.
O vogliamo continuare con gli esperimenti? Bernardeschi terzino, Bentancur playmaker, Kulusesvki attaccante, Ramsey esterno, Danilo centrocampista...... Vogliamo continuare con queste assurdità? Con una rosa con 2 soli attaccanti di ruolo disponibili per mesi? Con dodicimila esterni e nessun centrale di centrocampo se non Arthur che dice che preferisce giocare mezz'ala?

Ci vuole uno zoccolo duro di giocatori italiani che ricevano dai "vecchi" l'impronta dell'identità di squadra. E che la trasmettano. Ci vogliono giocatori affamati (l'esempio è CHIESA) e volenterosi. Ci vuole una pressione su lega e FIGC affinchè diminuiscano le partite ufficiali e si possa avere il tempo per allenarsi come si deve. E non si facciano più i tour promozionali a luglio e agosto e si ritorni alla buona e vecchia preparazione pre-campionato.
E soprattutto si spingano i giocatori a prendersi le loro responsabilità. A giocare sapendo che i soldi che si ricevono vanno guadagnati.

Io avrei tolto i guadagni stellari che hanno e li avrei parametrati ai risultati. Un compenso fisso e il resto ancorato a minutaggio, presenze e risultati, ruolo per ruolo. Basterebbe dare un tot di soldi per ogni valutazione media dei principali giornali. E' un criterio. Ma porterebbe i giocatori a capire che occorre giocare. E magari perdere, ma con onore.

Ora stiamo perdendo. E continueremo a farlo. Da qui fino alla fine del campionato. Perchè il re è nudo. E tutti ora giocheranno consapevoli che è in arrivo la rifondazione. Molti di quelli che giocano ora andranno via. E le motivazioni scompariranno e l'unità di squadra pure.

NOn credo andremo in Champions. Non credo vinceremo la coppa Italia. Lo scudetto è già andato.

E se non mandiamo via Paratici e soci, penso che ci vorranno di nuovo altri 4 o 5 anni prima di riprendersi.

Forza Juve, fino alla fine.

mercoledì 10 marzo 2021

Fine percorso Champions, usciamo con il Porto: un esame delle motivazioni

Ed eccoci qui, di nuovo fuori dalla Champions per l'ennesimo anno, battuti non da un colosso o da una delle squadre regine del calcio europeo ma dalla solita (succede per il terzo anno consecutivo) out-siders sottovalutata.

Quest'anno è il Porto a darci il foglio di via con una doppia prestazione (andata + ritorno) in cui alla fine bisogna ammettere che si sono guadagnati onestamente il passaggio del turno.

Adesso, come è giusto, inizieranno i processi. E penso che mai come quest'anno è giusto che siano severi e che il giudizio alla fine sia duro, senza scusanti. Da parte mia, onestamente, questo è lo stato d'animo.

E a fianco alla ovvia rabbia da tifoso per una sconfitta, vi è anche una analisi che parte dalle ultime 2/3 stagioni e che prosegue fino all'epilogo di ieri. Che altro non è che la somma di tutto il patrimonio accumulato in anni che è stato sperperato, nello specifico, da gennaio/febbraio dell'anno scorso a oggi.
Che poi questo coincida con l'avvento della pandemia covid e tutto ciò che ne è conseguito, è una coincidenza.

I cicli vittoriosi nascono e finiscono. Secondo me questa sconfitta segna la definitiva e totale fine del ciclo di vittorie iniziata nel 2011 con Conte. 10 anni di successi, di vittorie, di una identità vincente che faceva piacere anche quando le partite le perdevi. E di partite importanti ne abbiamo perse, soprattutto in Champions.

Ma ci sta. La Champions League la vince ogni anno SOLO una squadra. Fra decine di squadre attrezzate e piene di campioni. Vincere la Champions non è una passeggiata e non vincerla non è automaticamente sinonimo di disastro. Puoi arrivare in finale e perderla (successo 2 volte), puoi uscire ai quarti o alle semifinali con squadre alla tua pari o superiori. Ci sta.

Purtroppo ci sta che ogni tanto ci sia anche uno scivolone. Ogni tanto. 

Ci sta che i cicli vincenti finiscano. Dobbiamo arrenderci alla cosa. Non perchè non si potesse fare meglio e rifondare la squadra e continuare. Si poteva. Ma manca il "fosforo", manca l'energia, manca il cuore. E quindi, se questi elementi mancano, significa che quell'equilibrio fatto di dirigenza+allenatore+giocatori si è dis-allineato e non è più un corpo unico.

La fine del ciclo vincente, è arrivato proprio nel momento in cui la Juventus aveva fatto il suo salto di qualità, passando da essere una delle buone squadre d'Europa ad una delle 5/6 squadre TOP europee e forse mondiali.
La fine del ciclo vincente è iniziato quando la squadra ha accolto nel suo grembo il campione assoluto, l'alieno, il top dei top (insieme a Messi) di tutti i giocatori, mister CR7 Cristiano Ronaldo. Questo è evidente guardandosi indietro.

E non per colpa dell'asso portoghese, sia ovvio. Perchè Ronaldo ha portato la Juve nelle stelle ed è stato un acquisto favoloso. Da tutti i punti di vista. Favoloso in campo per il rendimento assurdo, per la leadership. Favoloso fuori dal campo per l'immagine che ha dato alla Juventus nel mondo. Il top dei top che gioca in una squadra top.

Ma il ciclo vincente è iniziato li perchè li si è spezzato quel patto fra galantuomini che aveva legato Agnelli a Nedved a Marotta a Paratici. Quei 4 erano stati l'anima, il cuore, gli occhi e il cervello della squadra. C'era tutto. Pianificazione e temerarietà. Identità e strategia.

Qualcosa si è rotto e con l'addio di Marotta e l'ascensione a pieni poteri di Paratici, è finito il ciclo vincente. Non perchè sia tutta colpa di Paratici. Non intendiamo dire questo. Se Paratici è diventato il Direttore Sportivo e ha sbagliato, hanno sbagliato anche quelli che lo hanno messo li. O quelli che non lo hanno sollevato dal posto quando ci si è accorti che la china stava prendendo una brutta piega.

La squadra è cresciuta anno dopo anno. Acquisti per lo più giusti e strategia di crescita. Fino al 2018. Il problema in quell'estate non è stato l'acquisto molto oneroso di CR7. E' stato un azzardo ma calcisticamente ci stava. Il problema sono state altre scelte.

La Juventus aveva una identità. Base italiana, mentalità vincente che veniva trasmessa dai "vecchi" ai nuovi arrivati, gioco basato sulla aggressività mentale prima ancora che calcistica. I massimi esempi di questo modo di giocare e di vivere la juventinità sono stati Chiellini, Buffon, Vidal, Tevez, Marchisio, Mandzukic, Pirlo giocatore. Giusto per fare degli esempi. 

Giocatori così così, in quel contesto diventavano campioni. Gli esempi si sprecano: Pepe, Giaccherini, Matri o addirittura Padoin.

La ricerca forsennata e quasi autistica dei colpi di mercato a parametro zero e la ricerca compulsiva delle plusvalenze di bilancio e dei giochi di mercato (non si sa quante volte per favorire le commissioni di questo o quell'agente) ha spostato troppo l'attenzione da uno sviluppo di idea tattica e agonistica alla creazione di un puzzle di giocatori spesso senza un filologico coerente.
Soprattutto coerente con le scelte generali o quelle specifiche dell'allenatore di turno.

Così è stato mandato via Allegri perchè non più idoneo ad un ulteriore salto di qualità, soprattutto nell'assumere un atteggiamento di gioco di tipo "europeo", e preso Sarri pur mantenendo gli stessi giocatori a disposizione. Tra l'altro prendendo un allenatore solo teoricamente giusto per la Juve, mentre un esame concreto mostrava fin da subito che la storia recente del tecnico toscano era inconciliabile con l'ambiente e lo stile Juve. Solo un direttore generale sotto l'effetto di stupefacenti o in un momento di follia poteva pensare che Sarri potesse essere l'allenatore giusto per la Juve.

La struttura era già compromessa e logora e con l'arrivo di Sarri si è cominciato a smontare un giocattolo che funzionava. Sono arrivati giocatori non idonei al progetto sarriano e sebbene io non sia mai stato un estimatore di Sarri allenatore (nè sul campo nè tantomeno fuori del campo, per me inaccettabile), si è imboccata una brutta strada. Che in effetti si era interrotta già a metà anno con un allenatore che lo spogliatoio non seguiva, con mille equivoci tattici, mille compromessi nella scelta dei giocatori.
Gli errori di Paratici sono stati molti. Troppi. Tutti sbagliano. Marotta ha sbagliato. Ha comprato giocatori che hanno fatto flop. Ma Paratici, a fronte di un grande colpo (Ronaldo) nè ha imbroccati troppi sbagliati.
In entrata e soprattutto in uscita.
Vogliamo parlare di Emre Can e Madzukic mandati via a zero? E Higuan? E Matuidi? E Khedira?
Vogliamo parlare di talenti svenduti a niente come Kean oppure Coman? Oppure talenti puri come Cancelo?
Vogliamo parlare di errori clamorosi come Bernardeschi, Rugani o Rabiot?

Non tanto per le cifre (anche quello perchè Bernardeschi a 40 milioni non si può sentire.....) ma per gli ingaggi. La Juve ha il monte ingaggi più alto della serie A e tra i più alti d'Europa. E alla fine ha dei giocatori che non meritano quegli ingaggi. 7 milioni a Rabiot o 7 milioni a Ramsey. Scherziamo? E la valutazione di Arthur? Ma può essere ritenuta credibile? Assolutamente no, semplicemente un gioco contabile. E un giocatore acquistato per far equilibrare i bilanci.

Alla fine la squadra di quest'anno è stata fin da subito un accozzaglia di vorrei ma non posso con limiti notevoli nell'equilibrio dei reparti. Fortissimi in centro alla difesa ma incredibilmente limitati sulle fasce laterali basse, con 1 solo terzino destro e un solo terzino sinistro di ruolo.
Nessun reale play basso e assolutamente nessuna soluzione di riserva come leader di centrocampo. 
Un sacco di doppioni come mezze ali o esterni di attacco (Bernardeschi, Kulusevski, Chiesa e lo scomparso Dybala) e un solo attaccante di ruolo e di peso (Morata). Uno solo.

Elencare gli errori tattici sarebbe un gioco al massacro e ci fermiamo qui. Se a questo ci aggiungiamo la scelta di Pirlo come allenatore, che io ho condiviso e comunque condivido, il quadro è completo. Perchè Pirlo è secondo me destinato a essere un grande allenatore ma onestamente non so se in questo momento fosse la scelta migliore per guidare la Juve in un momento così delicato. In cui ci sono tanti forse e incertezze e così poche certezze.

Tanti, tantissimi giovani ma anche tantissimi equivoci tattici. Dove gioca Bernardeschi? E Kulusevski? 

La partita di ieri è stata un disastro nato già all'andata. In cui la fragilità morale della squadra ha mostrato tutti i suoi evidenti limiti. Limiti che erano apparsi più e più volte e che dovevano far capire a tutti, dall'allenatore (che forse sotto sotto sapeva) ai tifosi che quest'anno era meglio mettersi l'animo in pace. Sconfitte disastrose in casa come la Fiorentina, pareggi assurdi contro Crotone e Benevento, naufragio con l'Inter in campionato, sconfitte come contro il Napoli e poi l'atteggiamento svagato e quasi rassegnato con il Porto all'andata.

Ero fiducioso che al ritorno avremmo fatto goal ma la realtà è che la squadra non ha mai avuto un gioco fluido e che i limiti caratteriale erano evidenti. Sabato con la Lazio l'abbiamo recuperata ma è nata nello stesso modo.

Ieri non è colpa di Demiral (anche sua certa) e di un rigore che si poteva evitare. La responsabilità è stata di un gruppo di 11 giocatori che nel primo tempo non sapevano cosa fare, come se non avessero preparato la reazione in caso di goal subito. Alla fine poteva succedere. E infatti recuperare due era possibile ed è stato possibile. Ma, evidentemente, prima o poi paghi pegno perchè se la testa non va, non vanno neanche le gambe.

Ieri non è questione di giocatori stanchi o cose simili. Farò un pagellone su questa partita perchè voglio esprimere il mio dissenso. Ronaldo visto ieri si vede già che non è più un giocatore che si sente juventino. Non è possibile. E' anche lui rassegnato. Ieri era da voto 5 in pagella a essere buono, inesistente.

Lo stesso Pirlo, merita un 4 per come ha preparato la gara e per come ha motivato i giocatori. Che doveva scendere in campo e massacrare gli avversari. A livello di intensità, a livello di personalità. 

Non c'è un giocatore (a parte Chiesa o Cuadrado) che ogni tanto non cerchino il gesto tecnico individuale e l'uno contro uno. Gli altri timbrano il cartellino. Alcuni (Rabiot, ieri anche Arthur, Alex Sandro, etc..) in un modo irritante e compassato da far paura.

Siamo fuori. Ci sta. Però non è accettabile uscir fuori con la peggiore delle 16 in lizza o una delle peggiori. Significa che 7-8 anni di percorso di costruzione Champions non sono serviti a niente. E non è un caso che negli ultimi 3 anni siamo usciti con squadre di seconda fascia.

Detto questo forza Juve ma non più, fino a fine stagione, questa Juve. Perchè questa squadra non è neanche all'altezza di lucidare le scarpe alla Juve che negli ultimi 8-9 anni ha DOMINATO in Italia e si è fatta apprezzare e rispettare in Europa.

martedì 9 marzo 2021

Come ci presentiamo al ritorno degli ottavi con il Porto dopo la vittoria con la Lazio?

Questi ultimi giorni mi sono occupato di miglioramento personale e quindi ho avuto pochissimo tempo di interagire sui miei blog.

Ho comunque visto sabato la partita della Vecchia Signora in cui abbiamo matato i biancocelesti di Roma per 3 a 1.

Che partita è stata? Una partita con un ottimo risultato, grande iniezione di fiducia e sicuramente una prestazione in alcuni tratti della gara veramente all'altezza delle potenzialità enormi che questa squadra potrebbe sviluppare e non sempre fa.

Ma allo stesso tempo una partita che ha mostrato anche le fragilità e i punti deboli della Juventus. Che ormai appaiono chiari come il sole e forse, osservo in modo prudente, anche inevitabilmente legati al progetto stesso. A cosa mi riferisco? Al fatto che l'iniezione massiccia in questo ultimi 2 anni di nuovi giovani giocatori, con un abbassamento importante dell'età media della rosa, non possa prescindere dalla perdita di quella stabilità gestionale di ogni momento della partita.

La gioventù e il talento portano a grande energia e prospettiva futura. Ma se il talento può esserci anche a 18 o a 20 anni (Mbappè, Messi e Ronaldo docet), è sicuramente molto più difficile che ad una giovane età ci sia la maturità e l'esperienza della gestione dei vari momenti della partita.

La gioventù porta, quasi come legge inesorabile, la possibilità a commettere errori veniali. Errori che (vedi l'andata con il Porto) poi pesano tantissimo sulle gare ma che sono (appunto) inevitabili se si schierano in campo tanti giovanotti di belle speranze tutti insieme.

Questo non vuole essere una giustificazione agli errori. Solo una comprensione. Sabato l'approccio alla partita nei primi minuti è stato, come spesso è successo, non all'altezza del livello di concentrazione necessario per vincere e dominare le partite. Questa volta è toccato a Kulusesvki regalare un pallone sanguinoso e spianare la strada a Correa affinchè ci infilzasse con un contropiede fulmineo gestito e concluso in modo magistrale.

Come detto, non è tutta colpa del biondino svedese. Lui ha commesso l'errore, è vero ma è la squadra che una volta ancora è entrata in campo senza il giusto piglio. Questione di maturità? Forse.

Sta di fatto che sabato la abbiamo ribaltata e questo spiana la strada a replicare la cosa questa sera.
La Juventus ribalterà il risultato con il Porto in Champions? Potrebbe. Ci sono tutti i presupposti. 

Mentali (alto morale dopo sabato), fisici (prova soddisfacente da un punto di vista agonistico, di rosa (grandi e importanti rientri) e numerici (il 2:1 dell'andata può essere ribaltato con un semplice 1 a zero, quindi niente di numericamente complicato). Si può fare e io penso succederà.

Questo non significa che non ci siano le incognite. La più importante non dipende da cosa il Porto farà ma da quanto ci sarà la giusta "cattiveria" agonistica. Se scendiamo in campo leggeri sarà un disastro. Se scendiamo in campo concentrati, calmi ma aggressivi e cattivi ce la faremo.

Quindi a stasera e ci vedremo domani per sentenziare come è andata.

Fino alla fine.

lunedì 1 marzo 2021

La Juventus perde altri due punti dall'Inter: analisi tattica dei problemi in rosa, la panchina lunga funziona?

Mi ricordo che quando ero ragazzo e (facevo finta) giocavo a calcio, si cominciava a discutere del concetto di panchina lunga e panchina corta.

Io in questi giorni ho avuto vari appunti di lavoro e sabato un meeting di lavoro è finito per oltre le 21 di sera, impedendomi di fatto di seguire la partita dei bianconeri.

Che in campionato incocciano nuovamente in uno sterile pareggio e vedono l'Inter (e con essa lo scudetto) allontanarsi sempre più. 
Ora i punti di distacco sono ben 10. E sebbene ci sia sempre una partita da recuperare, che con una vittoria, ridurrebbe il distacco a 7 punti, ciò non toglie che ora il distacco sia effettivamente in doppia cifra.

Una enormità da recuperare. Una distanza talmente grande che si può immaginare che solo la squadra milanese di proprietà cinese possa perdere lo scudetto. Se loro continuano a macinare vittorie, la rimonta sarà impossibile.

Perchè abbiamo iniziato a parlare di panchina lunga e panchina corta? Perchè non avendo visto la partita possiamo fare solo delle considerazioni sulle assenze di sabato scorso e quindi anche dei sostituti all'altezza.

Il dibattito panchina lunga e panchina corta, nei decenni precedenti non esisteva nel calcio. Le squadre scendevano in campo in 16, di cui 11 titolari e 5 riserve. Fino agli anni '80 vi era la possibilità di fare 2 sostituzioni (+ eventualmente il portiere), dopo questo numero salì a 3 ma rimaneva sempre la forma mentale che fosse la squadra che scendeva in campo a decidere sull'andamento della partita.

Avere tanti giocatori in rosa ha un fondamentale problema: i giocatori vogliono sempre giocare.
E quando non giocano diventano irrequieti e portano disturbo nella squadra. Questo accade sempre a meno di 2 possibilità ben specifiche e note. Ovvero:

1. Il giocatore che va in panchina o tribuna è un giovane di belle speranze che accetta di buon grado la panchina perchè sta facendo gavetta. Sa che per lui ci sarà uno scampolo di partita e quindi cerca di massimizzare la sua esperienza. Sapendo che è già un ottimo traguardo entrare in prima squadra e giocare, ringrazia e non crea turbamenti.

2. Il giocatore che va in panchina o tribuna è un gregario a cui è stato spiegato fin da subito quale sia il suo ruolo. Può essere un giocatore con qualità sufficienti ma consapevole di non essere una prima scelta. O per fattori fisici o più spesso per età o per qualità complessiva. Il giocatore sa quale è il suo apporto, gioca quando questo serve alla squadra, ringrazia e non crea turbamenti.

In questi due casi, avere una panchina lunga è una buona cosa. Perchè è un valore aggiunto. Ma quando chi va in panchina non ricade in una di queste 2 categorie, sorgono i problemi.

Problemi che infatti si sono acuiti con il passare degli anni e la continua richiesta, soprattutto alle squadre di prima fascia, di giocare una quantità di partite sempre maggiori e a distanze ravvicinate. Con conseguente aumento degli infortuni. Per stanchezza e per mancanza di corretto allenamento.
Ecco perchè nascono le panchine lunghe fatte di ottimi giocatori. Si sente dire in giro che chi aspira a vincere lo scudetto e le coppe, deve avere 2 squadre potenzialmente vincente e non più UNA BUONA SQUADRA CON CAMPIONI CHE GIOCANO E BUONE RISERVE.

Nessuno dice che i campioni debbano essere 11 contati. Possono anche essere 12 o 13 o giù di li. Ma avere 20-22 giocatori potenzialmente titolari come si può pensare che non crei un problema ad un allenatore?
E anche qui, il solito luogo comune "E' meglio per un allenatore avere un problema di abbondanza di scelte che di scarsità di giocatori fra cui scegliere". Io non sono d'accordo. Non completamente. Perchè quello è il ruolo di un selezionatore. Come ad esempio di una nazionale. Sceglie i giocatori e deve avere una pluralità di scelte.
Ma un conto è allenare e un conto è selezionare. Quando hai un continuo cambiamento dell'intelaiatura della squadra e quindi non c'è quello zoccolo duro che sai essere la squadra titolare (su cui poi eventualmente apporti delle varianti con i dovuti innesti.....), chi ne soffre è proprio l'identità di squadra. Sono gli automatismi che si creano con la continuità di gioco.

Cosa sono i famosi schemi di cui spesso di parla indicando i bravi allenatori? Cosa sono? Formule matematiche? Intuizioni geniali del coach? Macchè.
Sono gli automatismi che diventano sempre più perfetti fra giocatori che imparano a giocare insieme partita dopo partita. Ovviamente su delle indicazioni di gioco ma solo su accenni tattici.

Il calcio è in se molto semplice.

Tutto questo discorso per dire che la Juventus sta perdendo punti per strada per molteplici ragioni. Ha tanti giocatori validi ma probabilmente non sono amalgamati come dovrebbero. E la carenza di allenamenti specifici non fa che peggiorare le cose. E la presenza di un virus come il covid ad aggiungersi ai numerosi infortuni completa il quadro.
Forse la Juve più di così in questa situazione non può fare.

Se aggiungi che mancano dei tasselli importanti nella rosa (due difensori laterali in più di spessore, uno a destra e uno a sinistra + un centrocampista di qualità vicino alle punte con capacità di interdizione) il quadro è veramente completo.
Questa non è una scusante per mister Pirlo, il quale ha fatto i suoi errori. Ma questo ci poteva e ci può stare. Il dito è puntato ai responsabili dell'area tecnica, che a tavolino dovevano prendere in considerazione queste cose. A nulla serve giustificarsi o nascondersi dietro le assenze.

Forza Juve, fino alla fine.

lunedì 22 febbraio 2021

23-esima di campionato, Juventus-Crotone 3:0 (commento a caldo)

Si conclude di lunedi la 23 giornata del campionato di calcio. E si conclude con la Vecchia Signora che incontra il fanalino di coda della classifica ovvero il Crotone.

Ho visto solo il secondo tempo di questa partita (mi perdonerete ma sono una persona che ogni tanto lavora) e sicuramente il solo secondo tempo non mi basta per imbastire un classico pagellone.

Però un piccolo commento sulla partita lo faremo lo stesso.

Innanzitutto la Juventus non commette un passo falso e questo fatto, di questo periodo, è in se già un punto a favore. La partita finisce 3:0 che è sicuramente un risultato rotondo e che visti i valori in campo rispecchia quanto visto. Magari, vedendo dei limiti tecnici e tattici spaventosi dei calabresi vien da chiedersi come sia stato possibile che all'andata abbiamo pareggiato con questa squadra. Due punti veramente regalati.

Di altro c'è poco da dire. L'impressione è che il centrocampo fosse incerto anche perchè una delle prime volte che giocavano Ramsey, McKennie e Bentancur insieme. L'impressione è che gli automatismi fossero veramente appena abbozzati e quindi ogni passaggio avesse necessità di quella frazione di secondo in più per essere fatto, tipica situazione di chi non gioca a memoria.

La difesa non è stata sollecitata ma anche qui una impressione appariva distinta: ovvero una certa sensazione di impaccio in fase di impostazione. Il che mi fa venire in mente quello che è secondo me il vero cruccio della squadra. Ovvero la mancanza di "intelligenza tattica" a centrocampo, un cervello o un metronomo capace di far girare la squadra. Questo ruolo quest'anno tocca spesso a Bentancur ma è oltremodo evidente che l'uruguagio non sia ancora pronto per questo ruolo, semmai lo sarà mai. E parla chi pensa veramente bene del giocatore. Bene ma non playmaker.

In attacco si è vista la coppia Kulusesvki-Ronaldo. Che gioca per mancanza di alternative, visto che Dybala è ancora out e che Morata non è al meglio a causa di un virus che sembrerebbe aver fiaccato il fisico dello spagnolo. In ogni caso la coppia costituita da CR7 e il promettente svedese di origine slava non è ben assortita. Tantomeno se affiancata da un'altra ala di movimento come Chiesa. Ma questo passa il convento e di questo ci accontentiamo.

Certo avere negli occhi l'attacco dell'Inter di domenica e paragonarlo con le prestazioni dell'attacco della Juve un pò crea tristezza. E questo non per il valore assoluto dei giocatori bianconeri. Che secondo me sono fortissimi e potevano costituire uno degli attacchi più forti al mondo. Ma.... I ma li sappiamo quali sono.

Comunque la classifica ci dice ora che siamo al terzo posto, a 4 punti dal Milan e 8 punti dall'Inter. Tantissimi per la verità. Se non fosse che c'è la possibilità di fare un ulteriore passo per avvicinarsi ai neroazzurri in fuga vincendo il recupero con il Napoli. Che porterebbe la Juve dietro al Milan di un punto e dietro l'Inter di 5 punti. Tanti, per carità, tanti. Ma non un abisso. E con tutto o quasi il girone di ritorno a disposizione, un distacco che lascia aperte tutte le possibilità. 

Anche se con la vittoria nel derby i neroazzurri hanno marchiato il campionato e onestamente a questo punto più che vincerlo gli altri possono solo perderlo loro. Perchè i cugini rossoneri sono già stati affrontati e non possono quindi perdere uno scontro diretto. Rimane la Juve ma essa è, al momento lontanissima. E per recuperare 5 punti (sempre che la Juve vinca con il napoli) significa che occorre vincere lo scontro diretto e che si approfitti di un passo falso (o un paio di pareggi) dell'Inter.
Sempre senza mai perdere nessun punto per strada. Opera titanica.

Anche perchè la Juve continua ad essere un cantiere aperto. Senza uno schema fisso di titolare o una intelaiatura che dia un assetto stabile. Certo, con tutta la Rosa a disposizione, sappiamo quale potrebbe essere ora la squadra migliore. Per me:

Cuadrado        Bonucci         Deligt (Chiellini)        Danilo

                                    Arthur

                McKennie                            Bentancur

Chiesa                        Morata                        Ronaldo

Vediamo quindi cosa ci riserverà il campionato. Per ora incassiamo questi 3 punti e la porta inviolata. E vediamo semplicemente che si riesca a recuperare i giocatori infortunati, Arthur, Cuadrado e Dybala in particolare.

Mattia.

 fsd